Non sono esperto in bioetica, ma seguendo il dibattito in corso sul caso di Eluana Englaro, in un dibattito televisivo un professore universitario dice: “Nessuno vuol togliere la vita a Eluana, ma il problema non è questo. E’ se la vita di Eluana è degna di essere vissuta o no. Lei quand’era viva e vegeta nei suoi vent’anni, pensava che una vita come la sua adesso non era degna di essere vissuta”.
Ecco il punto. Noi cristiani crediamo che la vita è un valore assoluto, altri affermano che alcune vite sono un valore, altre “non sono degne di essere vissute”. La Chiesa sostiene fermamente che, come dono di Dio, la vita è sempre un valore assoluto. Se perdiamo questo principio, questa verità assoluta, il mondo si avvia a tempi barbarici.
Nel 1973 sono andato la prima volta nella Cina di Mao Tze Tung che allora, durante la “Rivoluzione culturale”, era assolutamente chiusa a tutti gli stranieri, eccetto a quelli graditi o invitati dal regime. Mi sono aggregato ad una commissione della Montedison, che allora aveva in Cina un certo numero di fabbriche di cemento e di fertilizzanti. Visitando con la guida e l’interprete alcune regioni della Cina, attraversando città, campagne, villaggi, non si vedevano mendicanti, né handicappati e nemmeno lebbrosi, nemmeno del sud della Cina dove, da quanto scrivevano 30-40 anni prima i missionari, sapevo che erano molti. Ho chiesto alle varie guide più volte come mai non si vedevano handicappati o lebbrosi e che avrei voluto visitare un lebbrosario. La risposta era sempre la stessa: la rivoluzione cinese li ha guariti, in Cina non ci sono più. E alla domanda: perché non si vedono chiese o pagode o moschee aperte? La guida rispondeva: la Cina rivoluzionaria fa a meno di Dio. Ricordo che nel 1968 Khieu Samphan, il vice di Pol Pot, aveva visitato lo Sri Lanka e aveva tenuto una “conferenza stampa” ai giornalisti, per spiegare il valore della rivoluzione comunista in Cambogia. Un giornalista inglese gli chiede: “Come mai in Cambogia c’erano dieci anni fa sette milioni di cambogiani e oggi voi dichiarate che sono solo cinque? Gli altri dove sono?”. Risposta secca e seccata: “Non ci sono più, perché non erano utili alla Rivoluzione”. Punto. Cioè, erano vite non degne di essere vissute.
Anche per la Cina, oggi si sa, da testimonianze precise e documentate, anche di missionari italiani che sono ritornati nei loro distretti da turisti e hanno incontrato i loro cristiani, che lebbrosi e handicappati erano sistematicamente uccisi. Le loro vite non erano degne di essere vissute, non si potevano guarire, non servivano, anzi erano di peso alla nuova Cina che costruiva un futuro migliore per il popolo cinese: che senso avevano vite così? Debbo aggiungere che la Cina di oggi è del tutto diversa, tanto che abbiamo missionari italiani del Pime che vivono in Cina come esperti di handicappati, riconosciuti dal governo cinese, anzi lodati e ringraziati per le loro iniziative.
Riflessione. Se la vita, come dono di Dio, non ha un valore assoluto, è chiaro che qualsiasi totalitarismo (noi abbiamo sperimentato il nazismo!) giudica certe vite non degne di essere vissute e si comporta di conseguenza. Si può obiettare che noi non viviamo in un regime totalitario. Certo non c’è dubbio, ma credo che la cultura del nostro mondo moderno, ricco, democratico, tecnicizzato, computerizzato e secolarizzato (“vivere come se Dio non esistesse”), sta sempre più diventando un “pensiero unico” da cui non c’è scampo. E questa cultura in cui viviamo è fondata, lo sappiamo tutti, su alcuni principi e imperativi assoluti: produrre di più, guadagnare di più, accumulare sempre più beni terreni, rimanere sempre giovani, non diventare vecchi, non pensare alla morte, pensiero fastidioso.
In questo quadro culturale di pensiero unico, dal cui orizzonte sono scomparsi Dio, il soprannaturale, la vita eterna e il valore della sofferenza, certe vite che senso hanno? Siamo in un paese democratico e decide la maggioranza. Giusto. Ma se domani la maggioranza, com’è successo per il divorzio e l’aborto, decidesse che “certe vite non sono degne di essere vissute”, cosa facciamo? Meno male che ci sono ancora il Papa e la Chiesa a tenere fermi certi princìpi evangelici, fondamentali per una civiltà veramente umana.
NB. In questi giorni mi trasferisco da Milano a Roma dove rimango tutto novembre, poi torno a Milano. Sospendo il mio Blog “Armagheddo”per una settimana circa e grazie a quanti mi scrivono. Arrivederci.
Piero Gheddo