Domenica scorsa, 8 marzo, sono stato da Roma e Siracusa per parlare nel Santuario della Madonna delle Lacrime, una moderna e imponente costruzione che mira verso l’alto, come le antiche cattedrali gotiche, ma questa in uno stile originale e moderno. E’ la prima volta che ho l’occasione di andare a Siracusa e ringrazio l’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, il Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Famiglia nonchè guida del gruppo dei Missionari della Madonna delle Lacrime, Don Enzo Candido, e i membri di questa associazione diocesana che mi hanno invitato e accolto.
Presentato dall’Arcivescovo, ho parlato in un grande salone del Santuario a più di 200 famiglie sul tema “Come trasmettere la fede in famiglia”, raccontando l’esempio dei servi di Dio Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo, miei genitori, avviati alla causa di beatificazione. Una giornata consolante che mi invita all’ottimismo riguardo al futuro civile e cristiano dell’Italia. Per tanti motivi, ma anzitutto perché è la prima volta che vedo tanti giovani sposi e tanti bambini italiani (già nati o prossimi a nascere!) assieme in una sola volta! Vi assicuro che è un bel spettacolo, che dà gioia! Fin che Siracusa e il Sud Italia (ho fatto la stessa esperienza anche in altre regioni meridionali) hanno questa cultura di avere famiglie numerose, ed educare i figli alla fede cristiana, credo che possiamo essere tutti ottimisti sul futuro degli italiani presi come popolo. E ho pregato Maria perché conceda a tutte le regioni, le città e i paesi d’Italia questa grazia, di avere molti figli e di poterli educare alla fede in Gesù Cristo, unico Salvatore dell’uomo. Parlando di Rosetta e Giovanni e di “come trasmettevano la fede in famiglia”, mi sono emozionato e commosso più volte, ricordando che anche loro avevano chiesto a Dio la grazia di avere molti figli (addirittura ne chiedevano dodici!), ma poi mamma Rosetta morì di polmonite e di parto nel 1934 con due gemelli che non sopravvissero. Diverse di quelle copie di giovani sposi cristiani, dopo la conferenza, sono venuti a chiedermi di pregare per loro perché anch’essi vorrebbero molti figli, perchè si vogliono bene e si fidano della Provvidenza di Dio.
Ma c’è un altro motivo per cui sono contento di essere andato a Siracusa: il messaggio che la Madonna delle Lacrime trasmette a tutti noi. Come forse sapete, il 29-30-31 agosto e il 1° settembre del 1953, un quadretto di gesso raffigurante il Cuore immacolato di Maria, posto come capezzale al letto matrimoniale di Angelo Iannuso e Antonina Giusto, ha versato lacrime. I due giovani sposi erano povera gente e vivevano nell’umile casetta di un quartiere popolare, Decine di migliaia le persone che videro con i propri occhi, toccarono con le proprie mani, raccolsero e assaggiarono la salsedine di quelle lacrime. Il 2° giorno della lacrimazione, un cineamatore di Siracusa riprese uno dei momenti della Lacrimazione, un filmato che ho visto in un DVD con la storia del Santuario. Quello di Siracusa è uno dei pochissimi eventi miracolosì documentati con un film mentre avvengono. Il 1° settembre una Commissione di medici e di analisti, per incarico della Curia Arcivescovile di Siracusa, dopo aver prelevato il liquido che sgorgava dagli occhi della Madonna ed aver esaminato con cura il comunissimo e popolare quadretto di gesso, lo sottopose ad analisi microscopica. Il responso della scienza fu: “Senza ombra di dubbio, sono lacrime umane”. L’analisi fu poi ripetuta ancora negli anni seguenti da altre Commissioni, ottenendo uguale risposta.
Impressionanti i filmati mostrati nel DVD. Il quadretto di Maria era ancora in casa dei due giovani coniugi, ma fin dai primi giorni della lacrimazione una grande folla di devoti si raccolse nelle vie del quartiere popolare per vedere, pregare e toccare Maria, che si era fatta viva nella loro città. Oggi il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa è frequentato quotidianamente da migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Il quadretto di gesso è sull’altare centrale, con l’Eucarestia, mentre in un altare laterale è esposto alla devozione dei fedeli il reliquiario con varie fialette che contengono le lacrime di Maria. Naturalmente si parla di grazie ricevute e anche di supposti “miracoli” di guarigioni registrati e documentati nel Santuario.
Ma quel che più interessa è che la Madonna non ha mai parlato durante i quattro giorni della lacrimazione. Il messaggio che ha voluto dare è contenuto, tutto e solo, proprio in quelle lacrime. Le lacrime di una mamma, la mamma del Cielo e di tutti noi. Sono le lacrime di Dio, del suo Figlio Gesù.
L’avvenimento di Siracusa ha portato alla ribalta la questione del dolore di Dio, che resta ancor oggi uno dei crocevia più delicati e affascinanti della teologia contemporanea. E’ possibile dire che Dio, l’Onnipotente, soffre? C’è un senso “teologico” anche per il dolore dell’uomo? Risponderò nel prossimo Blog.
Piero Gheddo
Credo che siano le “lacrime di mamma” l’unico mezzo di salvezza per tutta l’umanità. una nuova visione del mondo, un nuovo modo di amare, attraverso le lacrime di mamma sarà possibile iniziare un nuovo cammino di salvezza e di vera conciliazione con il dolore e la sofferenza. La chiave di comprensione di questo dolore sono le lacrime di mamma, sono loro ad indicarci come si possa amare attraverso il proprio dolore, la propria comprensione di ciò ch’è diverso e distante. Sono le lacrime di mamma a darci tutta quella forza di cui abbiamo bisogno. Su ogni volto, bianco, giallo, nero , verde scendono le lacrime di mamma, che come un fiume, toccano tutti, appartenendo a tutti.
Mi scusi Padre questo mio dire, ma sono rimasto sorpreso nel vedere che altri come me, credono nella forza della “lacrima di mamma”. Una forza che dà ai nostri occhi, la luce; alle nostre orecchie la sordità della contemplazione; alla lingua la mietezza dell’eterno silenzio. Un fraterno saluto M.D
Le Lacrime, sono soltanto il febomeno.
Il creatore del fenomeno. cioè la causa, ha utilizzato un liguaggio arcano e semplice.
Una città, un’iocona,una via, i nomi e i cognomi dei proprietari,per creare un solo ed unico significante.
a me completamente chiaro
saluti