Nell’Europa comunitaria si prevede che entro il gennaio 2010 i disoccupati dovrebbero essere, in media, circa il 9-10% della forza lavoro dei singoli paesi. Anche in Italia siamo nella stessa situazione. Però quando si parla di disoccupazione mi vengono in mente due pensieri contrastanti:
– da un lato un senso di pietà, di compassione per chi perde il lavoro a 40-50 anni di età, e conosco diversi casi di questo tipo. Hanno una specializzazione, ma non serve più. Mi riferisco soprattutto a giornalisti che hanno fatto per 10-20 e più anni questo lavoro e poi sono lasciati a casa. Situazioni umane drammatiche! Poi ci sono anche i disoccupati a 25-35 anni e questi li capisco meno.
– Dall’altro lato però i terzomondiali trovano lavoro abbastanza facilmente perché si adattano a fare di tutto e non parlo solo di lavori pesanti e manuali. Leggo sul “Corriere della Sera” (20 agosto 2009) una pagina con questo titolone. “I 30 mila posti di lavoro che nessuno vuole”, col sottotitolo: “Si cercano falegnami, meccanici, parrucchieri, elettricisti. Senza risposta un terzo delle ricerche delle piccole imprese”. La notizia è questa. La Confartigianato, in base ai dati dei primi sei mesi dell’anno corrente, rende noto che le aziende artigianali in Italia offrono 30.750 posti di lavoro, come quelli indicati nel sottotitolo ai quali vanno aggiunti: riparazione auto, fabbri, stuccatori, panettieri, pasticceri, idraulici, carpentieri e via dicendo. Nelle piccole imprese, in genere, un posto su tre rimane vuoto.
Qualche giorno dopo (27 agosto) lo stesso Corriere titolava ancora a piena pagina: “Sulle navi 120 posti di lavoro: nessuno li vuole”. La Compagnia Costa, colosso delle crociere (con 14 navi in servizio e tre in costruzione), lancia bandi di concorso per assumere cuochi di bordo, infermieri, falegnami, parrucchieri, idraulici, saldatori, assicurando a tutti dei corsi di preparazione. Pochissimi si presentano.
Il quotidiano cattolico “Avvenire”, in una pagina del 15 febbraio 2009 (“Infermieri, oro bianco”), documentava che in Italia, e soprattutto nel centro-nord, mancano circa 60.000 infermieri, su 350.000 iscritti alla Federazione di categoria (Ipasvi). La presidente dell’Ipasvi, Annalisa Silvestro, afferma: “Il numero degli infermieri che si laureano ogni anno è molto inferiore al numero di quelli che vanno in pensione, che sono oltre 13.000”. Nella classifica europea sul numero dei medici l’Italia è ai primi posti, ma nel numero degli infermieri è agli ultimi: 5,4 infermieri per mille abitanti contro: 9,8 per mille della Germania, 12,8 dell’Olanda, 14,8 dell’Irlanda! I parametri dell’Ocse giudicano indispensabili 6,9 infermieri ogni mille cittadini.
Ricordo un falegname pugliese, a Milano da molto tempo, Biagio, che vent’anni fa serviva il Centro missionario Pime e aveva una piccola azienda con tante richieste di lavoro. Non ce la faceva più. Era già avanti con l’età (è morto qualche anno dopo a 84 anni) e ripeteva spesso: “Cerco un giovane, un uomo che venga con me e continui questo lavoro, che rende bene. Gli insegnerei il lavoro, gli darei tutta la mia azienda e potrebbe guadagnare bene”. Ci eravamo dati da fare anche noi, sacerdoti missionari, ma senza successo. Chissà quanti casi simili ci sono anche oggi.
Un amico che è stato alcuni anni in Svezia mi dice che gli iscritti nella lista dei disoccupati in età di lavoro ricevono un sussidio di disoccupazione. Poi l’agenzia statale gli offre uno, due, tre possibilità di lavoro. Se le rifiuta tutte e tre, perde il diritto a ricevere il sussidio. E’ vero o no?
Piero Gheddo
Caro Padre Piero ti dò ragione.
E’ vero che bisogna anche adattarsi.
Mia figlia ha incominciato a lavorare come educatrice nei gioca-vacanze estivi indetti dal comune o dalla piscina all’età di 15 anni. era poco poco, però era un inizio. ora ha 25 anni e non è mai stata “disoccupata” ha iniziato l’università ma ha continuato un rapporto con una palestra, una piscina, ecc, ecc. ora ha un lavoro in un asilo-nido regolarmente assunta a tempo indeterminato. chi l’ha assunta conosceva come mia figlia prendeva seriamente il lavoro.
è’ vero che è pesante lavorare, spostarsi, col freddo e col caldo, ma se HAI VOGLIA di lavorare il lavoro non manca.
Per quanto riguarda gli infermieri mi risulta, però, che le ASL non assumono, hanno concorsi chiusi. la scuola per infermieri è a numero chiuso, e sono pochi (in proporzione) quelli che vengono diplomati.
Il problema del lavoro è veramente serio, però non è tutta colpa dello stato………..
ciao
riccarda
Sulla Svezia non so, ma so che in Belgio funziona più o meno allo stesso modo: hai il sussidio di disoccupazione; lo stato ti mette in una speciale lista di disoccupati e può offrirti un certo numero di lavori; hai diritto a rifiutarlo solo in poche e limitatissime casistiche: altrimenti perdi definitivamente il sussidio. So però anche che sempre in Belgio troppe persone sono riuscite per anni e anni a ricevere il sussidio senza fare assolutamente niente vivendo alle spalle di chi lavora e paga le tasse, cosa che mina anche la coesione sociale e la giustizia. Non sempre il sussidio di disoccupazione è positivo, anzi penso non lo sia. Sempre in Belgio questo meccanismo ha alimentato anche una spesa pubblica senza controllo: i politici hanno utilizzato questo meccanismo per calmierare le differenze e le tensioni (linguistiche) all’interno del paese; con il debito pubblico che cresceva alle stesse. Il Beglio ha un debito pubblico pro-capite maggiore di quello dell’Italia.
Mi dite per favore l’indirizzo di queste anziende che danno lavoro e che nessuno lo vuole ,io per esempio lo voglio ma volete scommetere che quando leggono che o 53 anni non mi chiamano anzi la cestinano subito,è purtroppo ho anche dei figli che si adatterebero a qualsiasi lavoro purchè venga retrebuito come da contratto è non da schiavisti è quello che scrivo lo sto passando sulla mia pelle che in questo momento si lavoro ma 6euro l’ora e per portare a casa e campare devo fare 15 ore al giorno come li chiamate questi Italiani che danno il lavoro ma a loro modo e se ti lamenti vai fuori ti dicono che ci sono tante persone che stanno aspettando li di fuori per prendre il tuo posto mi rincresce ma vi devo dire che scrivete un sacco di stupidagine ,ma lo sapete che per fare il lavapiatti vogliono il diploma!o per fare lo scaffalista devi essre esperto da svariati anni!o per fare il magaziniere vogliono che conosci almeno l’Inglese e per fare le pulizie non devi superare i 30 anni! epotrei continuare per chissa quanto tempo io tutti i giorni mi propongo e mando curriculum a tutti a mi dovete credere non ti prendono neanche in cosidarazione ,allora cosa cavolo scrivete dovete passarci sulla vostra pelle e informarvi meglio che per noi Italiani é divetntatamolto dura lavorare .lo sapete cosa mi è stato detto in un cantiere che ci lavorano in cento per cento stranieri quando gli ho chieste dove erano andati a finire i manovali e muratori Italiani che gli Italiani predendono troppo e vi potrei dire tante di queste situazioni e per favore fatela finita di dire che gli Italiani non vogliono più fare i lavori umili che è una grande ma grandissima stupidagine
Scusate per gli errori di ortografia ma spero che capirete il mio nervosismo quando leggo queste cose Buongiono a tutti
Con riferimento all’esigenza di infermieri posso affermare che, nonostante la “fame” di tali specialisti io non sono riuscito a piazzarne neanche 1 !!! Avevo a disposizione nel 2001 circa 100 infermieri diplomati, stranieri ed in possesso di regolare equipollenza, ho visitato personalmente almeno 50 strutture pubbliche e private per presentare “il prodotto” ma purtroppo era come scontrarsi contro un muro di gomma: tutti avevano bisogno ma nessuno poteva prenderli perchè vi erano 1000 motivi (veri o falsi) : non ci sono soldi, dalle copperative no, non è possibile se non viene gestito interamente il reparto, ecc. ecc. L’unica casa di riposo che ha preso l’iniziativa di prenderne 2, come ha inviato la documentazione all’ispettorato di Trento ha ricevuto un feroce diniego. A Trento non fanno entrare le coop forestiere !!!!!! in compenso altre coop avevano piazzato bei numeri presso alcune cliniche private ma comunque solo tramite conoscenze e prevalentemente canali politici. A Roma il Policlinico Gemelli è pieno di personale di coop senza tante storie e li non si sta a guardare se viene gestito tutto il reparto o meno ……………….
Per quanto riguarda i paesi nordici, non solo la Svezia, è vero. Se si rifiutano due proposte, mi pare, perdi tutto.
Saluti