Mercoledì scorso 25 maggio ricevo questa posta elettronica firmata:
“Sono parroco nell’hinterland milanese e ho letto con amarezza e sconcerto la tua intervista a “il sussidiario.net”. Ne ho parlato anche con altri confratelli e non ci spieghiamo questa tua caduta di stile, nonché l’appoggio a quella linea che tutta la Chiesa finalmente sta a poco a poco scaricando e criticando. Davvero senza parole, ci dispiace. Ti conoscevamo per una persona che, mettendosi in gioco e pagando anche personalmente, facevi ben altre battaglie rispetto a questa di appoggiare una parte politica che ultimamente ha calpestato il Vangelo in molti modi. Sinceramente: inspiegabile. E conoscendoti, non vogliamo ipotizzare altro”. Poi ho ricevuto alcune altre lamentele dello stesso tenore.
Ho subito risposto: “Caro confratello, grazie della lettera, ma sinceramente non capisco l’amarezza e lo sconcerto. Mi hanno chiesto con quali criteri andare a votare e ho ripetuto quanto hanno detto il Papa e la Cei più volte: il criterio base e decisivo dev’essere misurato sui princìpi irrinunciabili( o “valori non negoziabili”), la difesa della vita dalla nascita alla morte (aborto ed eutanasia soprattutto), la difesa del matrimonio monogamico tra uomo e donna (cioè la condanna del riconoscimento giuridico del matrimonio tra omosessuali e delle coppie di conviventi), la difesa del diritto della famiglia di scegliere come educare i propri figli (quindi la parità tra scuola pubblica e scuola privata paritaria)
Credo che su queste cose siamo d’accordo o no? Nota che sono princìpi irrinunciabili non solo per i cattolici italiani ma di tutto il mondo. Tu ricordi le grandi manifestazioni dei cattolici spagnoli, con vescovi e cardinali in prima fila, contro le leggi varate da Zapatero sull’aborto, il riconoscimento giuridico del matrimonio tra i gay e le coppie di fatto, il “divorzio breve”(in 15 giorni), l’eutanasia? Perché poi la Chiesa abbia preso questa posizione, non oggi ma da sempre (ricordi la Humanae Vitae di Paolo VI condannata anche da molti cattolici nel 1968?), è stato più volte spiegato da Papa Benedetto. La crisi dell’Occidente cristiano è anzitutto una “crisi antropologica”: cioè si perde il concetto di uomo creato da Dio, si vuole manipolare il Dna dell’uomo, si vuole creare l’uomo sano e senza difetti fisici, si distrugge il matrimonio e la famiglia monogamica, ecc. E questo porta alla barbarie, l’uomo padrone di se stesso, l’uomo che manipola la natura dell’uomo creato da Dio, ecc.
Caro don, ho detto solo questo e ho escluso di voler scegliere una parte politica contro l’altra. Non è colpa mia se una parte sostiene questi criteri e l’altra vi si oppone con nuove leggi e nuovi programmi di governo anche comunale. Ogni votazione è sempre la scelta del meno peggio. Un nuovo De Gasperi ce lo sognamo!!! E’ vero che ci sono molti altri criteri di giudizio per le votazioni, ma credo che quelli “irrinunziabili” siano quelli indicati dalla Chiesa. Mi scuso di questa lunga risposta e mi spiace dare un’idea sbagliata di me stesso. Ho sempre sostenuto quello che dice la Chiesa, anche quando andava contro corrente, ad esempio la Humanae Vitae e nei casi di Vietnam e altri simili. Ma la storia ha poi dimostrato che Paolo Vi aveva ragione e non solo in quel caso! Ti saluto cordialmente, ricordiamoci nelle preghiere, è molto più quello che ci unisce di quello che, eventualmente, ci divide! Tuo padre Piero Gheddo.
Ecco il testo della mia intervista al quotidiano on line “ilsussidiario.net” (poi ripresa da “Il Giornale”):
Nella scelta su chi votare, per il cattolico il criterio non è la simpatia personale, ma le proposte che vengono portate avanti dai candidati sui temi che la Chiesa oggi ritiene decisivi, in Italia come in tutto il mondo.
A cosa si riferisce?
Parlo di quei “valori non negoziabili” indicati più volte da Papa Benedetto XVI e dalla Conferenza Episcopale Italiana come prioritari: la difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale, la difesa della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, la difesa della libertà di educazione e della libertà religiosa. Non sono temi che la Chiesa sceglie a caso, c’è una ragione precisa.
Quale?
L’Occidente cristiano sta attraversando una “crisi antropologica” che riguarda lo stesso concetto di uomo. Se ci si dimentica infatti che l’uomo è una creatura di Dio si può arrivare fino a mettere le mani sulla vita e sulla morte, scivolando verso quella barbarie inseguita da Hitler e da altri come lui. È questo il punto più importante, tutto il resto, anche se condivisibile, viene dopo.
Cosa intende dire?
L’ingiustizia sociale non è stata di certo sconfitta, se però chi si batte per questo sostiene l’aborto, l’eutanasia e l’equiparazione delle coppie gay o delle coppie conviventi al matrimonio tra uomo e donna, non andiamo più d’accordo. Da cattolico non potrei mai votare infatti per un candidato che porti avanti queste idee, anche se ha in mente molti progetti meritevoli. La libertà di educare, poi, non è certo un tema minore. Le famiglie devono poter scegliere alla pari tra scuole paritarie e scuole pubbliche, come già avviene in Lombardia nel campo sanitario. Tra l’altro, grazie alle private paritarie, anche se nessuno lo dice, lo Stato risparmia parecchi miliardi di euro l’anno. Non è allo Stato, o al Comune, che spetta la regia di tutto, ma il controllo, per evitare che qualcuno faccia il furbo. Il primato resta quello dell’individuo e della famiglia, come dice la Dottrina sociale cattolica.
Piero Gheddo