Non si è mai finito di conoscere e ammirare i personaggi e le innumerevoli iniziative che nascono dalla fede in Cristo e nella Chiesa. Sabato scorso 3 dicembre, al “Circolo della Stampa”, ritrovo abituale dei giornalisti di corso Venezia 48 a Milano, ho conosciuto la signora Paola Marozzi Bonzi, fondatrice e direttrice del Centro di Aiuto alla Vita (CAV) della clinica Mangiagalli di Milano, che in 27 anni ha salvato 13mila bambini dall’aborto
L’incontro al Circolo della Stampa ha celebrato il primo anniversario del giornale on line “La bussola quotidiana”, il cui direttore Riccardo Cascioli ha lanciato la battaglia culturale contro l’aborto che, dopo i puntuali interventi di Massimo Introvigne e di Luigi Amicone (direttore del settimanale Tempi), ha toccato il suo vertice con la commovente e coinvolgente testimonianza di Paola Bonzi, consulente familiare e mamma di tre figlie, fondatrice e direttrice del Centro di Aiuto alla Vita.
Ho conosciuto brevemente la signora Paola che si è presentata dopo che avevo per un’ora risposto alle domande di Gerolamo Fazzini sul perché la missione alle genti oggi e cosa le giovani Chiesa nel Sud del mondo insegnano alla nostra Chiesa italiana. Paola mi ha detto: “Lei padre ha parlato dei missionari che fanno nascere la Chiesa dove ancora non esiste; io parlo dei volontari e volontarie del CAV che convincono e aiutano a generare il figlio mamme che sono in difficoltà e spesso tentate di abortire”. L’entusiasmo di questa mamma carismatica per la missione di salvare bambini e le rispettive mamme mi ha colpito. Anche questa è una “missione” voluta e benedetta da Dio. Ho poi letto il suo libro “Oggi è nata una mamma – Storie e sfide del Centro di Aiuto alla Vita Mangiagalli”, con la prefazione di Giuliano Ferrara (San Paolo 2009). Il CAV a Milano ha una solida fama e vive per l’aiuto di molti volontari e volontarie e benefattori.
E’ nato nel 1984 per a aiutare ogni donna a scegliere la vita ed ogni bambino ad essere accolto con gioia. Una maternità imprevista, il disagio economico, l’assenza o la lontananza di amici e parenti, l’eventuale mancanza di un partner, possono far sì che l’attesa di un figlio venga vissuta con paura, ansia, preoccupazione ed un profondo senso di solitudine. Obiettivo dell’associazione è di accompagnare le donne alla nuova condizione di madre, sostenerle psicologicamente e materialmente fino all’anno di vita del bambino, aiutandole così a superare le difficoltà contingenti e ad impostare la relazione col proprio figlio.
Il progetto di aiuto proposto, personalizzato sulla base delle necessità di ogni donna, può comprendere vari interventi: il sostegno psicologico, la consulenza dell’educatrice e dell’ostetrica per aiutare la mamma e il bimbo a crescere bene insieme, la fornitura di tutto ciò che occorre al neonato (pannolini, corredini, attrezzature) e di ciò che deve garantire il benessere della famiglia (“borsa della spesa, un sussidio di 200 Euro al mese erogato per 18 mesi), l’ospitalità temporanea.
Il CAV opera dal 1984 all’interno della Clinica Mangiagalli a Milano. I risultati raggiunti in 26 anni sono: 15.204 donne incontrate, 13.120 bambini nati, 272 nuclei familiari ospitati fino alla raggiunta autonomia abitativa; 127 bambini iscritti ai nidi famiglia gestiti dall’associazione, aperti nel 2004; 6.600.064,49 Euro destinati a sussidi in denaro. Nel 2010 le nuove utenti sono state 1.688, i bambini nati e seguiti con progetti di aiuto 995.
Paola Bonzi ha commosso parlando in modo appassionato delle “ragazze che hanno avuto una gravidanza non voluta, i sentimenti di insicurezza e di paura che sentono, di incertezza e di incapacità di portare avanti una vita, il bisogno di essere ascoltate e capite”. E aggiungeva: “Noi pensiamo subito di giudicare male casi come questi, che a volte finiscono nell’aborto, perché la società non le aiuta. Io dico: non giudichiamo, perché siamo tutti responsabili”. Ha toccato il cuore di tutti.
Mentre Paola parla penso: guarda quanto è grande il mondo e quanto multiforme la missione della Chiesa. Stamattina ho parlato della missione alle genti che per me è la vita, adesso vengo a conoscere la missione di aiutare le giovani donne a non abortire, a far nascere dei bambini e anche questa è Vangelo vissuto! La “Nuova evangelizzazione” dei popoli già cristiani da lunghi secoli sarà discussa nell’ottobre 2012 dal Sinodo episcopale della Chiesa e avrà bisogno di molti laici che prendano iniziative per testimoniare Cristo in tutti i campi della società italiana. Nessun battezzato può più essere un cristiano passivo, tutti debbiamo impegnare tempo, passione, intelligenza e denaro per dare una mano, anche con la preghiera, se vogliamo che l’Italia possa tornare ad essere un paese cristiano.
Piero Gheddo
Caro padre Gheddo,
l’opera della signora Bonzi, e di tanti altri come lei, è sicuramente meritoria. Qualche tempo fa avevo letto che i CAV, in questi oltre trent’anni di applicazione della legge 194, hanno salvato qualcosa come 130.000 bambini, e cioè l’equivalente di una città italiana di medie dimensioni.
Purtroppo, non possiamo tacere il fatto che, in questo stesso periodo, i bambini uccisi sono stati oltre 5 milioni (oggi forse 5 milioni e mezzo), e questo senza neanche contare le vittime della “pillola del giorno dopo” che qualcuno ha stimato in numero di 70.000 all’anno, da quando questo nuovo strumento di morte è stato introdotto anche nel nostro paese.
Questo vuol dire che, per ogni bambino “salvato” dai CAV, almeno una quarantina dei suoi (e nostri) fratelli sono uccisi…
A me sembra che sia da tempo giunto il momento di riprovare ad abbattere per via referendaria quel mostro assetato di sangue che, dietro le sue tante ipocrisie, è la legge 194/78 (fa veramente male al cuore sentire politici ed intellettuali sedicenti cattolici che dicono che è una “buona legge” male applicata, mentre chiunque abbia un po’ di coscienza può facilmente capire che si tratta invece di una legge integralmente iniqua).
Per la grande stima che nutro nei suoi confronti, La invito con forza, ed invito tutti i lettori del blog che vogliono cercare di far qualcosa per difendere il più innocente ed il più indifeso tra gli esseri umani (“il più povero tra i poveri”, come lo chiamava l’indimenticabile madre Teresa), ad aderire e a far aderire al comitato per l’abrogazione della legge 194, che potete trovare all’indirizzo Internet: http://www.no194.org.
La saluto cordialmente,
Mario Molinari
Caro Molinari,
grazie della sua lettera che condivido in pieno. E’ vero, i 13.000 bambini salvati dal CAV di Milano erano solo a Milano alla Clinica Mangiagalli. In tutta Italia penso che la sua cifra sia quella giusta: 130.000 bambini salvati dall’aborto. Ricordo che, all’inizio degli anni ottanta sono andato in una cittadina dell’Emilia per una conferenza sulle missioni. Il parroco a cena mi diceva che nell’ospedale pubblico di quella città l’aborto era un fatto quasi quotidiano, anche perchè numerosi medici e infemiere, lo consigliavano alle partorienti. L’aborto, aggiungeva, è diventato il sistema comune per risolvere ogni problema.
Però di questo problema non mi sono mai interessato molto. Chiedo anch’io agli amici che leggono questo Blog, di iscriversi alla lista di quelli che appoggiano la richiesta di un referendum abrogativo, anche se, ripeto, non so se oggi si è formata un’opinione pubblica contraria o rimane ancora maggioritaria quella favorevole alla legge. Grazie e saluto tutti cordialmente. Buon Natale dal vostro padre Piero Gheddo
Caro padre Gheddo,
grazie della sua pronta risposta.
Neanch’io so quante persone siano favorevoli, oggi, alla 194, e quante siano contrarie.
Mi impressiona e mi rattrista molto vedere fratelli di fede, magari impegnati con generosità per i poveri (parlavo proprio ieri sera con uno di loro), che, sull’aborto, hanno le idee quanto meno molto confuse (“Sì, ma se fosse tua figlia minorenne incinta? Se il bambino fosse gravemente malformato? Non puoi imporre le tue idee agli altri…” e via delirando).
Questo è il frutto avvelenato di oltre trent’anni di campagna culturale laicista e relativista, che purtroppo ha raggiunto persino alcuni sacerdoti e vescovi.
Credo che una campagna referendaria sia l’unico strumento che abbiamo a disposizione per cercare di far sì che la Verità con la “V” maiuscola sia ristabilita.
È una menzogna che chi è contro l’aborto è a favore del bambino e contro la mamma. Chi è contro l’aborto è a favore del bambino E della mamma. Oppure crediamo che se ci fosse una madre in piena depressione perché il suo bambino di pochi mesi le ha sconvolto la vita (depressione post-partum) fare una legge che l’autorizza a farlo sopprimere sarebbe a suo favore?
L’aborto è al tempo stesso effetto e concausa di un approccio alla sessualità estremamente “maschilista”, secondo la quale avere più partner e più rapporti sessuali possibile incrementa la felicità di una persona. Tesi, questa, che è contraddetta, ancora prima che dalla Fede, dalla Ragione, e dall’evidenza del fatto che ci sono molti più suicidi tra i giovani oggi, in questo tempo di totale libertinismo sessuale, che non prima della 194 (leggevo ieri che l’aborto è la quarta causa di morte tra i giovani ed i giovanissimi, sessualmente “liberati”, di oggi).
È una menzogna che la strada maestra per sconfiggere l’aborto è incrementare la contraccezione, quando tutti gli studi seri hanno dimostrato che, dove aumenta la contraccezione, aumentano anche le gravidanze indesiderate e gli aborti. Ne è una prova lampante la Francia, che, con una popolazione grosso modo come la nostra, ed una cultura contraccettiva che è molto più “avanti” della nostra, con una diffusione capillare di tutti i tipi di pillole anti-bambino (del giorno prima, del giorno dopo, dei cinque giorni dopo, dei due mesi dopo, etc), ha quasi il doppio degli aborti rispetto a noi.
È, soprattutto, una menzogna che l’aborto è inevitabile, e che la legge non fa altro che far sì che sia legale anziché clandestino. Nessuno sa quanti fossero gli aborti clandestini, prima di questa infame legge. Però potevano essere, forse, 20 o 30 mila al massimo (ed è già una stima molto pessimistica). Dopo l’introduzione della 194, ci furono oltre 200 mila aborti nel primo anno di applicazione. Sondaggi hanno dimostrato che la maggior parte delle donne che abortiscono non lo farebbero se fosse illegale. E, se fosse illegale, io sono convinto che la gente tornerebbe ad un approccio più umano (prima che cristiano) alla sessualità, che non può essere soprattutto piacere, ma deve essere impegno, responsabilità, condivisione di vita.
Madre Teresa diceva che il bambino non ancora nato ed indesiderato è “il più povero tra i poveri”. Lo diceva con ragione: non ha neanche un nome, non ha una voce per chiedere aiuto, non ha un volto per ispirare pietà… la sua sorte è decisa da altri.
Questo paese ha voltato le spalle a questi poveri, ha girato la faccia da un’altra parte per non vedere il loro massacro. Questi bambini non sono più le nostre migliori risorse, il nostro futuro, i “piccoli” da accogliere secondo quanto ci chiede il Vangelo. Sono invece considerati il “problema”…
Oggi, dopo oltre trent’anni di aborto legale, ci sono tante altre persone che non sono più considerate “una risorsa”, ma, principalmente, “un costo”. Sono gli anziani, gli ammalati, gli immigrati, ma anche i dipendenti con un contratto a tempo indeterminato, magari oltre i 40 o 50 anni, oppure le mamme lavoratrici di famiglie numerose.
Il paese continua a girare la faccia dall’altra parte, ma le vittime di questa mentalità edonista, individualista, relativista sono sempre più numerose… Io credo che abbattere finalmente il Moloch della legge 194 sarebbe una grande occasione di riscatto per tutti!
Sulla carta, con tutti i mezzi d’informazione e comunicazione di massa schierati a favore dell’aborto, con gli show-man che in prima serata dicono che il preservativo (e non l’astinenza) “ti salva la vita”, con anche tanti cattolici, e persino i vertici dei movimenti pro-life, che non condividono l’iniziativa referendaria, questa impresa è impossibile.
Impossibile agli uomini, ma non a Dio. Perché nulla è impossibile a Dio!
È Lui che cambia i cuori, non noi.
Con grande stima ed amicizia,
Mario Molinari
Scusate, ho scritto “l’aborto è la quarta causa di morte tra i giovani ed i giovanissimi, sessualmente “liberati”, di oggi”, mentre, chiaramente, intendevo scrivere “suicidio” e non “aborto”.
S.O.S URGENTISSIMO,CHIEDO INTERVENTO PER EVITARE UN ABORTO.
UNA MAMMA GIOVANE Già CON TRE FIGLIE,SEPARATA DA POCO,SCOPRE DI ESSERE IN STATO INTERESSANTE,LA SUA SITUAZIONE FAMILIARE E’ DISAGIATISSIMA ANCHE ECONOMICAMENTE.
SONO VENUTA A CONOSCENZA DI TUTTO QUESTO E NON AVENDO MODO D’INTERVENIRE,SE NON CON LA PREGHIERA,VENGO A CHIEDERE AIUTO IN NOME DI DIO… IL 18 FEBBRAIO HA LA VISITA X DECIDERE GIORNO DEL DECESSO DEL PICCOLO/A VITA CHE CERCA DI ESISTERE.
MI TROVO A PESCARA,SE AVETE UN COLLEGAMENTO IN ZONA,CONTATTATEMI: REC.TEL.338/8364354 OLGA CICCONE