Un amico mi scrive sulla missione alle genti

Oggi, domenica 20 ottobre, è la Giornata missionaria mondiale. Volevo scrivere un Blog ma l’ha scritto per me un caro amico da lungo tempo, padre Augusto Luca, missionario Saveriano in Giappone, oggi in Italia. Padre Luca ha scritto parecchi libri sulla missione alle genti. Segnalo l’ultimo, la biografia del Santo Fondatore del Missionari Saveriani: “Guido Maria Conforti, Vescovo e Missionario”, (Paoline, pagg. 312, Euro 12,80), il Vescovo di Parma che nel 1895 fondò l’Istituto missioni estere nella sua città, i cui missionari sono oggi presenti in una trentina di paesi. Dall’albero buono sono venuti i frutti buoni, come dice Gesù e la biografia del Santo Guido Maria Conforti (1865-1931) dimostra come già nel 1800 c’erano Vescovi italiani con un forte spirito missionario, che hanno contribuito a proiettare la Chiesa italiana verso le “periferie dell’umanità”. Ringrazio padre Luca per questa sua lettera, che è un commento personale al mio ultimo volume, in cu racconto la mia esperienza della missione alle genti nell’ultimo mezzo secolo. Piero Gheddo.

Caro Padre Gheddo, grazie del tuo nuovo libro “Missione senza se e senza ma” (Emi, 2013, pagg. 254), ti ringrazio di cuore. L’ho voluto leggere tutto prima di scriverti. L’ho trovato molto interessante e ho potuto conoscere varie cose che non mi erano note, anzitutto il tuo contributo all’Ad Gentes e alla Redemptoris Missio. Ho letto con particolare interesse il capitolo sul Sessantotto. In qualche modo l’ho vissuto anch’io, perchè sono tornato dal Giappone nel 1966 e fui Consigliere generale dei Missionari Saveriani fino al 1971. Il Sessantotto è stato una rivoluzione che ha scardinato i fondamenti del cristianesimo, facendo precipitare la nostra società occidentale in un baratro nel quale regna l’anarchia degli individui e la ricerca della libertà senza limiti, con la conseguenza di far precipitare nella schiavitù della droga, nella dissolutezza del sesso senza amore e nella perdita della coscienza del bene e del male.

La Chiesa, nonostante il Concilio, si è trovata di fronte a un abbandono della fede e ad un ateismo pratico che fa vivere come se Dio non esistesse. Era l’intuizione di Papa Giovanni XXIII, quando diceva che il Concilio non si propone di combattere qualche eresia, ma lamentava l’ esistenza di un ateismo militante, operante su un piano mondiale (Costituzione Apostolica “Humanae Salutis” di indizione del Concilio Vaticano II, n. 3): “Questo si richiede ora alla Chiesa: di immettere l’energia perenne, vivificante, divina del Vangelo nelle vene di quella che è oggi la comunità umana, che si esalta delle sue conquiste nel campo della tecnica e delle scienze, ma subisce le conseguenze di un ordine temporale che taluni hanno tentato di riorganizzare prescindendo da Dio…. Ciò che va considerato nuovo e temibile, si è formata ed ha raggiunto molti popoli una corrente di persone, agguerrita come un esercito, che negano l’esistenza di Dio”.

Di qui la crisi delle Missioni. Come nel 1700, quando col sorgere dell’Illuminismo si è diffusa la diminuzione e l’abbandono della fede e di conseguenza la Chiesa, preoccupata per i problemi interni, ha diminuito e quasi azzerato lo slancio missionario (che riprende poi nell’Ottocento), così è anche nel nostro tempo. Ora si aggiungono anche i dubbi che la Redemptoris Missio elenca al n.4: “E’ ancora attuale la missione tra i non cristiani?”. Ecco gli elementi ricordati dall’enciclica, che si pensa possano sostituire e rendere inutile la missione alle genti: il dialogo inter-religioso, la promozione umana, il rispetto della coscienza e della libertà, le varie religioni via di salvezza. In quel tempo le riviste missionarie hanno inserito collaboratori e redattori laici e questo ha spostato l’attenzione dalle attività di evangelizzazione a quelle di assistenza sociale e, più recentemente, ai problemi politici dei popoli del cosiddetto Terzo mondo, o addirittura dell’Italia, dimenticando i missionari e la loro evangelizzazione in paesi non cristiani.

Il richiamo dei Papi alla missione tra i non cristiani, da Paolo VI a Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, dome tu ben documenti, non è stato ascoltato. La crisi è anche degli stessi missionari, che non sono più sostenuti da una motivazione forte sul perchè della Missione. La più bella pagina che hai scritto è quella a pagina 218-219, dove dici che per essere missionari è necessario essere innamorati di Cristo “Se io amo il Signore Gesù e sperimento la la bellezza di questo amore, sento il bisogno di comunicare questa esperienza a chi non ha ancora potuto farla”. E’ questa la grande molla che spinge alla missione! Che cosa fare? E’ difficile dirlo. Non ci resta che pregare il Signore, che illumini le nostre menti e muova i cuori per una risorta della volontà di Dio, che è sintetizzata in quelle parole di Gesù: “Questa è la vita eterna che conoscono TE, Padre e Colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Giov. 17, 3). Continua la tua campagna per la missione ad gentes e che il Signore ci benedica tutti. Tuo aff.mo

P. Augusto Luca, Missionari Saveriani di Parma