Auguri di risorgere con Cristo

Piero Gheddo augura una Buona Pasqua missionaria

 

Mancano pochi giorni alla Pasqua, la festa della nostra fede. Noi siamo cristiani, discepoli di Cristo perché Lui è risorto dalla morte. “Se Cristo non fosse risorto”, dice san San Paolo, “vana sarebbe la nostra fede”.  Cosa vuol dire essere cristiano? Credere nella morte e risurrezione  di Gesù il Cristo, che cambia in senso positivo la storia dell’umanità e di ogni uomo e deve cambiare e migliorare anche la nostra piccola vita. Vediamo perché e come.

Tre livelli di comprensione della Pasqua:

1)   Il livello fenomenologico. La Risurrezione di Cristo è un fatto storico, nel senso che è realmente avvenuto nella storia ed è stato testimoniato da molti: il sepolcro vuoto, Gesù risorto che le pie donne e i discepoli hanno visto e toccato. Inoltre i 2000 anni del cristianesimo e della Chiesa dimostrano che alla radice c’è uno straordinario fatto storico: il Figlio di Dio si è fatto uomo per salvarci dal peccato (l’offesa a Dio, l’egoismo!) e dal. La Risurrezione non è un mito, una bella favola, ma un fatto che storicamente non si può negare. Altrimenti dovremmo negare l’esistenza di Giulio Cesare e di Budda, di Maometto e di tanti altri personaggi storici, dei quali rimangono meno testimonianze e documenti che non per Cristo.

2) Il livello della fede. La Risurrezione è anche un fatto misterioso, umanamente inspiegabile. E’ un “mistero della Fede” e richiede la Fede, dono di Dio, per essere compreso e creduto. Oggi noi adoriamo il Signore Risorto e chiediamo a Dio di aumentare la nostra fede in Lui, unico Salvatore dell’uomo e del mondo. L’esempio classico è quello dell’apostolo San Tommaso, che non era presente quando Gesù apparve agli altri apostoli, quindi non credeva che fosse risorto. Ma quando può vedere Gesù e toccare le piaghe delle sue mani e del suo costato, allora  crede che è veramente risorto. Dal fatto storico innegabile, passa subito alla fede in Cristo Figlio di Dio: “Mio Signore e mio Dio!”.

Il Venerabile dott. Marcello Candia, missionario laico fra i lebbrosi in Amazzonia, ripeteva spesso: “Signore, aumenta la mia fede”. Io gli dicevo che di fede ne aveva tanta, ma lui rispondeva: “Ricordati Piero, che la fede non basta mai!”. Oggi il mondo moderno secolarizzato, ci porta a “vivere come se Dio non esistesse”. Ma Dio esiste ed è morto in Croce nella seconda persona della Santissima Trinità, Cristo Gesù, che ci ha aperto le porte del Paradiso.

Quanti vivono senza sapere perché vivono!  La loro vita è quasi solo materiale senza una luce dall’alto che la illumini, senza la speranza di una meta da raggiungere, la vita eterna con Dio! Il pessimismo esistenziale così diffuso oggi tra noi italiani, battezzati più che al 90%, è diseducativo per i giovani e viene proprio da questo: Cristo risorto, che è segno di speranza e invito a risorgere con Lui, non dice più nulla. La fede ricevuta da bambini non illumina né riscalda la vita.  Oppure, anche se restano alcune  devozioni, oggi non bastano più per dare serenità e gioia di vivere.

3)  Il terzo livello di comprensione della Pasqua è quello dell’amore e dell’imitazione di Cristo. Non basta credere intellettualmente. Cosa vuol dire credere in Cristo risorto? Vuol dire vivere la vita di Cristo, conoscere e amare Cristo, mettersi seriamente e con gioia sul cammino dell’imitazione di Cristo, per poter sempre più testimoniarlo con la nostra vita. Il dono della fede che ho ricevuto, non mi è dato solo per viverlo io e la mia famiglia, ma perché , nelle miserie dell’Italia e del mondo, noi siamo luce e sale per gli uomini, lievito per la società in cui viviamo.

La Pasqua dà un senso e indica una meta per la nostra vita: se Gesù è risorto dalla morte, anch’io risorgerò con Lui. Questa è la vera novità del cristianesimo. La risurrezione dalla morte per vivere la vita eterna con Dio è una verità che nessun altra religione, ma solo Cristo ha rivelato e promesso anche a noi.

Il livello della fede è consolante: rende autentica e felice la nostra vita. Ma com’è difficile! Dobbiamo vivere la vita di Cristo, innamorarci di Cristo, imitare Cristo eliminando il peccato, correggendoci dei nostri difetti e cattive abitudini. Il Giubileo della Misericordia di Dio ci chiama alla conversione. Tutti dobbiamo convertirci, anche noi preti siamo peccatori e chiamati alla conversione. E’ un cammino che dura tutta la vita, ci mantiene giovani di spirito e ci dà l’entusiasmo di vivere in Cristo e con Cristo, facendo del bene. La carità copre la moltitudine dei nostri peccati.

Ultima riflessione. Un’espressione popolare significativa è questa: si dice “Sono contento come una Pasqua” quando si è commossi per una grande gioia. Cristo risorto è fonte di gioia e di speranza, ci dà uno sguardo ottimistico sulla nostra vita e sul mondo in cui viviamo, cioè ci fa vedere la realtà che ci circonda con gli occhi di Dio. Non più con i nostri occhi, ma con gli occhi di Dio.

Il Beato Clemente Vismara, missionario in Birmania per 65 anni, ha condotto una vita quanto mai faticosa e penosa, tra poveri e lebbrosi, carestie e pestilenze, guerriglie e dittatura; ha patito la fame e la sete, si è adattato a cibi ripugnanti (topi, vermi, ecc.). Per i primi otto anni di missione dormiva in un capannone di fango e paglia e quando pioveva apriva l’ombrello perché non gli piovesse addosso. Ma poi ha creato due cittadelle cristiane mantenendo 300 e più orfani e persone diversamente abili.

Eppure la gente chiamava Clemente Vismara: “Il prete che sorride sempre”, era sempre contento.  In una lettera scrive: “Noi qui viviamo la vita dei poverelli di Cristo, ma proviamo un’allegria da paradiso e la preoccupazione del domani è relativamente leggera, poichè l’opera non è nostra ma del Signore Gesù che ha voluto mandarci qui”. In altra lettera scrive: “L’allegria e la pace del cuore non ci sono mai mancate. Viviamo da missionari allegri che godono nel sacrificio, pregustando il premio che sarà dato a chi ha abbandonato il padre e la madre per seguire Gesù”.

Il suo nipote Guido, figlio di Stella Vismara, gli scrive che il mondo è brutto e lui risponde: “Caro Guido, benchè io viva in un mondo pagano, cioè più brutto di quello cristiano in cui vivi tu, ti dico che il mondo è bello e la vita è più bella ancora. Altrimenti a cosa serve la fede?”.  

Misericordia Missione della Chiesa

Il libro di padre Giuseppe Buono presentato da mons. Fisichella nella  seconda edizione in tre mesi, il più originale tra i libri su questo tema

 

Fra i molti libri sulla Misericordia di Dio, questo di padre Giuseppe Buono, missionario del Pime: Misericordia Missione della Chiesa in tre mesi II° edizione (Libreria Editrice Redenzione, Marigliano (Na, Tel. e Fax 081.885.42.06. Mail: ordini@lereditrice.it ), si distingue per un’invenzione originale. Il libro non l’ha scritto lui ma ha chiesto ai missionari che ha visitato in tutti i continenti di scrivere una testimonianza sulla Misericordia nella loro missione o paese; così pure per i vescovi, i parroci, le suore, comprese quelle di clausura, in Italia; poi le testimonianze di alcuni membri del Movimento Giovanile Missionario, oggi Missio Giovani, da lui fondato nel 1972 per le Pontificie Opere Missionarie, e che oggi invia volontari in vari paesi del mondo. Da queste collaborazioni è scaturito un volume che si legge volentieri perchè  stimola e offre sussidi per vivere con spirito missionario la Quaresima e il Giubileo della Misericordia di Dio. Padre Buono si rivolge soprattutto agli operatori pastorali,  con i molti esempi citati che informano sull’infinita varietà di situazioni delle opere di Misericordia che la Chiesa compie nel mondo.

Il card. Robert Sarah (prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti), presentando il volume scrive: “Sono molto grato al padre Buono, che dà un contributo su come vivere missionariamente la realtà della Misericordia, offrendo. oltre alla riflessione teologica e biblica, commoventi testimonianze, raccolte in tutto il mondo, su come realizzare le Opere di Misericordia… Invito tutti ad una attenta lettura di questo bellissimo testo perché, come il sottoscritto, possano attingervi un grande  aiuto ”.Questo del cardinale africano non è un elogio esagerato per il libro di un amico, perché padre Buono, oltre che animatore missionario e giornalista, è anche specializzato in teologia missionaria e viene ancora invitato a tenere lezioni e conferenze. Così ha potuto darci un’inquadratura teologico-biblica della Misericordia di Dio e di come il Concilio Vaticano II e i Papi recenti hanno trattato questo tema.

Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione e responsabile dell’organizzazione del Giubileo Straordinario della Misericordia, ha presentato la seconda edizione del libro di padre Buono, lodando la ricchezza dei contenuti e invitando tutti a consultarlo e leggerlo per vivere in profondità il Giubileo della Misericordia.  Concludo con una lettera espressiva di Papa Francesco ai teologi della Pontificia Università Cattolica dell’Argentina (3 marzo 2015) , che padre Buono cita quasi come sintesi del suo volume: “Senza la misericordia, la nostra teologia, il nostro diritto, la nostra pastorale corrono il rischio di franare nella meschinità burocratica o nell’ideologia che, di natura sua, vuole addomesticare il mistero…. Insegnare e studiare teologia significa vivere su una frontiera, quella in cui il Vangelo incontra le necessità della gente, a cui va annunziato in maniera comprensibile e significativa”.

Piero Gheddo

 

L’Anticristo è già tra noi

Il Blog di oggi l’ho già pubblicato nel settembre 2014, ma visto che si discute ancora in modo animato degli stessi problemi di un anno e mezzo fa, lo ripubblico per sentire il parere di un laico cattolico, che ha studiato e sperimentato, e far riflettere sulle teorie del filosofo tedesco Friederich Nietzsche, precursore del nazionalismo tedesco e del nazismo. Piero Gheddo.
 
 
            L’Anticristo è il Demonio e tutte le forze del male che si oppongono alla venuta del Regno di Dio e di Cristo negli ultimi giorni, ma anche nella storia dell’uomo (Apocalisse, I e II Lettera di Giovanni, II Lettera di Paolo ai Tessalonicesi). Ma è anche il titolo del libro di Friedrich Nietzsche (1844-1900), che un laico cattolico, Agostino Nobile, ha commentato nel volumetto pubblicato nel luglio 2014: “Anticristo superstar” (Edizioni Segno, Udine – pagg. 120). Agostino Nobile, sposato e padre di due figli, professore di storia della musica, 25 anni fa decise di lasciare l’insegnamento per studiare le culture non cristiane ed è vissuto per dieci anni nel mondo musulmano, indù e buddista (vivendo come pianista e cantante), esperienza che ha rafforzato la sua fede cattolica. Nobile vive oggi in Portogallo con la sua famiglia, si dedica agli studi per approfondire la sua fede e ha lavorato fino ad un anno fa come pianista e cantante.
         Ecco le battute di partenza di “Anticristo superstar”: “Quando anni fa mi capitò di leggere L’Anticristo di Friedrich Nietzsche, pensai di trovarmi di trovarmi di fronte ad un insano di mente. Oggi l’Anticristo è diventato il Referente imprescindibile di tutti i governi occidentali. Se a Friedrich Nietzsche avessero detto che in poco più di cent’anni il suo “Anticristo” sarebbe stato una superstar, l’avrebbe considerata una ridicola provocazione” (il libro di Nietzsche è del 1888) .
            E continua: “L’Anticristo ha persuaso l’uomo che potrà essere felice solo quando soddisferà liberamente i propri istinti, eliminando il concetto del bene e del male, il concetto del bene e del peccato. Il peccato, si sa, pesa, e l’idea di liberarsene una volta per tutte, oggi più che mai è diventata una vera smania. Nel secolo scorso l’Anticristo ci convinse che “Dio è morto”, per poi eliminare milioni di esseri umani (attraverso le ideologie ispirate a questa convinzione). Oggi ci ha intruppati in una nuova ideologia, per annullare la natura stessa dell’uomo. Nel suo piano muta i metodi, ma il fine è sempre lo stesso: dimostrare a Dio che la sua creatura prediletta è l’essere più idiota del creato”.
            Il pamphlet di Nobile, di poche pagine ma denso di fatti e di idee e facile da leggere, è tutto un esame storico e attuale di come l’idea centrale di Nietzsche e le altre espressioni seguenti si stanno realizzando. La convinzione basilare di Nietzsche  è questa: “Io definisco il cristianesimo l’unica grande maledizione, unica grande intima perversione, unico grande istinto di vendetta, per il quale nessun mezzo è abbastanza velenoso, occulto, sotterraneo, piccino. Io lo definisco: l’unico imperituro marchio di abominio dell’umanità”.
            Agostino Nobile affronta L’Anticristo a mo’ di botta e risposta. Ha estratto dal volume del filosofo tedesco le molte proposte e previsioni che riguardano la “Guerra mortale contro il vizio e il vizio è il cristianesimo” e con una carrellata storica di duemila anni dimostra con riferimenti storici e attuali, come questi sogni di Nietzsche si sono gradualmente realizzati e ancor oggi si stanno realizzando, con l’educazione dei minori, la cultura dominante, i costumi e le leggi che riportano i popoli cristiani a ridiventare pagani. Il capitolo più provocatorio per noi, uomini d’oggi, è quello finale col titolo Anticristo Superstar (che è quello del libro divulgativo), dove Agostino Nobile dimostra che nel nostro tempo la “guerra mortale contro il cristianesimo”  è giunta quasi al termine, poiché i sogni di Nietzsche stanno influenzando e orientando i governi dei paesi cristiani (cioè occidentali) e l’Onu con i suoi organismi.
            Ecco un solo esempio di questa corrente della cultura e della legislazione che si sta imponendo nel nostro tempo. Noi anziani o persone di mezza età non ce ne accorgiamo, ma la massima autorità mondiale della sanità vuol imporre ai bambini delle scuole aberrazioni di questo. L’Oms dell’Onu (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha diffuso a tutti i governi europei un vademecum per promuovere nelle scuole corsi di sessuologia: “Standard dell’Educazione Sessuale in Europa” (consultabile su Internet), dove tra l’altro si legge: “ai bimbi da 0 a 4 anni gli educatori dovranno trasmettere informazioni sulla masturbazione infantile precoce e scoperta del corpo e dei genitali, mettendoli in grado di esprimere i propri bisogni e desideri, ad esempio nel gioco del “dottore”… Dai 4 ai 6 anni i bambini dovranno essere istruiti sull’amore e le relazioni con persone dello stesso sesso… Con i bambini dai 6 ai 12 anni i maestri terranno lezioni sui cambiamenti del corpo, mestruazione ed eiaculazione, facendo conoscere i diversi metodi contraccettivi. Nella fascia puberale tra i 12 e i 15 anni gli adolescenti dovranno acquisire familiarità col concetto di “pianificazione familiare” e conoscere il difficile impatto della maternità in giovane età, con la consapevolezza  di un’assistenza in caso di gravidanze indesiderate e la relativa presa di decisione”.
            Leggendo questo documento dell’Onu, che suscita sgomento e paura,  mi vengono in mente i molti testi di Giovanni Paolo II e di Papa Benedetto su questo tema: “La questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica” (Caritas in Veritate, 75), in questo senso: nel secolo scorso il “problema sociale” più grave era l’equa distribuzione della ricchezza e del benessere fra ricchi e poveri; oggi il maggior “problema sociale” è la distruzione della famiglia naturale e il pansessualismo che riducono rapidamente la popolazione mondiale promuovendo l’aborto, il matrimonio fra persone dello stesso sesso, l’eutanasia e l’eugenetica e tante altre aberrazioni, fino alla clonazione di esseri umani, oggi tecnicamente possibile e già sperimentata. Benedetto XVI scrive (Caritas in Veritate, 75): “Non si possono minimizzare gli scenari inquietanti per il futuro dell’uomo e i nuovi potenti strumenti che la “cultura della morte” ha messo nelle mani dell’uomo. Alla diffusa, tragica piaga dell’aborto si potrebbe aggiungere in futuro, che è già abusivamente in atto, una sistematica pianificazione eugenetica delle nascite”.
            Si giungerebbe così alla meta finale di quanto Nietzsche sognava: “Un mondo abitato e dominato da Superuomini che hanno imposto la loro volontà di potenza agli uomini inferiori, mediocri e comuni”, per cui era necessario “stabilire i valori della società e dello Stato in favore dell’individuo più forte, del Superuomo (l’uomo eletto, geniale, l’artista creatore che vince l’uomo medio) e della superiorità di razza e di cultura” (“Enciclopedia cattolica”, Città del Vaticano 1952). Non meraviglia che Nietzsche, messosi al servizio del nazionalismo tedesco, abbia profondamente influenzato il nazismo e la sua nefasta ideologia!
       Ma è ancora più scandaloso che il nostro Occidente, con profonde radici cristiane, che si ritiene libero, laico, democratico, istruito, evoluto, popolare, sia incamminato, senza forse averne coscienza, sulla stessa via che conduce al nichilismo, alla distruzione della natura umana e alla morte. Come popolo, abbiamo tolto il Sole di Dio dal nostro orizzonte umano, vogliamo fare a meno di Dio e di Gesù Cristo e non abbiamo più nessuna luce di speranza nel nostro futuro.
Piero Gheddo