Caro padre Gheddo,
già da qualche anno leggo con attenzione tutto quello che pubblica sul suo sito.
Voglio ringraziarla di cuore per aver creato un suo Blog, che permette di toccare con mano come la “Buona Notizia” del Vangelo continua ad essere annunciata anche oggi. Non si preoccupi se (per ora) non si vedono molti commenti, sono sicuro che ci sono già tante persone che leggono il blog (magari indirettamente: io stesso spesso mi stampo qualche articolo e poi lo distribuisco a parenti e amici) e ne traggono beneficio. Nessuno di noi può sapere dove arriveranno i semi di bene che il Signore semina attraverso di noi…
Sulla Corea del Sud, volevo dare questa informazione a lei ed ai suoi lettori.
Da diversi anni frequento la Comunità fondata da padre Andrea Gasparino a Cuneo (so che anche lei la conosce). I consacrati della Comunità sono uomini e donne, ma le donne sono in netta maggioranza, con un rapporto di sette sorelle per ogni fratello, su un totale di circa 120 consacrati in tutto. La Comunità ha missioni in Brasile, Madagascar, Etiopia, Kenya, Russia, Albania, Bangla Desh e, appunto, Corea (spero di non averne dimenticata qualcuna).
Frequentando la Comunità ho notato che le sorelle coreane sono proprio tante, e quest’anno un fratello mi ha confermato che la Corea è la missione che ha dato più vocazioni (non so quante esattamente, ma certamente nell’ordine delle decine).
Ho avuto modo nell’ultimo anno di conoscere un po’ più da vicino una sorella coreana e sono rimasto ammirato dalla profondità della sua spiritualità e dalla sua capacità di mettersi in ascolto di tutti, ed in particolare di chi soffre. Davvero credo che la Corea del Sud sia una grande speranza per la Chiesa, nonostante la capacità corrosiva che il benessere (ormai arrivato anche là) ha sulle cose dello spirito.
La saluto con tanta stima ed amicizia.
Mario Molinari
Grazie di questa notizia sulla Corea del Sud, dove ho visitato le sorelle del carismatico padre Andrea Gasparino, che ha fondato a Cuneo il “Centro contemplativo e missionario Charles de Foucauld” per insegnare a “pregare nel deserto” all’uomo moderno (tel. 0171.714.912.63). Le sue sorelle in Corea vivono fra i più poveri della capitale Seul, che ormai ha superato i dieci milioni di abitanti. Mi hanno fatto visitare il loro quartiere di baraccati e spiegato il loro lavoro, che è di preghiera-contemplazione e assistenza ai più diseredati. Insomma, una clausura vissuta nel mondo. Sono “le missionarie della preghiera e della carità” e dimostrano in modo concreto e visibile che il cristiano non può separare l’unione a Dio dall’amore ai fratelli, anzi, più si unisce a Dio e più è disponibile e amorevole con i fratelli bisognosi.
Mi viene in mente Giovanni Paolo II, quando nel suo primo viaggio internazionale a Puebla (Messico, gennaio-febbraio 1979), ad una grande assemblea di preti messicani lanciò con forza questo messaggio: “Più vi innamorate di Gesù Cristo e più sarete tutti dei vostri fratelli e sorelle”. Ero presente a quell’assemblea e ricordo bene che quelle parole, proclamate e scandite con la profonda voce baritonale dal Papa, suscitò commozione in molti sacerdoti.
Piero Gheddo