<!– @page { size: 21cm 29.7cm; margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } –>Parlo con un amico che ha una vasta esperienza di volontariato in Africa e ci ritorna ancora fra alcuni mesi. Gli chiedo come mai, secondo lui, i paesi africani non si sviluppano o si sviluppano molto lentamente fra guerre intestine, rivolte, dittature, mancanza di strutture statali e di rispetto dei diritti dell’uomo, passi in avanti e passi indietro. Risponde che le cause sono molte, storiche, culturali, sociali, oppressioni esterne negative e via dicendo. “Ma secondo la mia esperienza, aggiunge, il peggior ostacolo che impedisce lo sviluppo è la religione tradizionale che blocca la psicologia dell’africano nel mondo degli “spiriti”. Si trovano africani, soprattutto giovani, che si sono liberati o quasi da questo mondo misterioso e opprimente, quasi sempre perchè si sono convertiti a Cristo, che li ha “liberati” da ogni incubo. Ma in genere la mentalità comune, anche in persone evolute, istruite, che vivono ad un buon livello di vita, è ancora quella che la vita dell’uomo è dominata dagli spiriti e da un complesso di superstizioni, visioni, sogni e illusioni che fa vivere l’africano in due vite parallele”.
“Da un lato, continua l’amico medico che non vuol essere citato, dove è entrata la modernità con i suoi lavori e ritmi di vita, c’è la realtà, cioè l’urgenza quotidiana di lavoro, economia, politica, macchine, radio e televisioni, costumi moderni; dall’altro il piano spirituale-soprannaturale delle credenze, magie, stregonerie, sogni, oroscopi, incantesimi, indovini, illusionismi che porta l’africano fuori della vita reale, lo fa vivere e agire in un mondo irreale. Quando c’è una malattia, il pensiero di ricorrere a cure mediche moderne, in genere, viene dopo che si è tentata la cura dello stregone, che spesso peggiora la situazione. Quando qualcuno muore, non sempre ma a volte la famiglia vuol conoscere chi gli ha fatto il malocchio ed è colpevole di quella morte: di qui sospetti, avvelenamenti, vendette, guerre di famiglie. Gli spiriti cattivi devono essere propiziati con sacrifici di animali, in passato anche sacrifici umani, che ancor oggi non sono del tutto cessati”.
Ho tenuto una pagina di “Avvenire” del 14 ottobre. La giornalista Laura Malandrino racconta che un gommone era partito da Tripoli con 72 profughi africani a bordo, ma sulle coste italiane, a sud di Siracusa, sono giunti in 59: “Tredici profughi gettati in mare per superstizione”, titola l’articolo. La giornalista racconta che, partito il gommone dalla Libia, poco dopo si è rotta la bussola e i cinque scafisti nord-africani, poi arrestati, “decidono di trovare il colpevole e sottopongono i passeggeri a riti propiziatori per scacciare il malocchio”. Un viaggio da incubo, ogni tanto un profugo viene gettato in mare “perché gli spiriti maligni si erano impossessati della sua anima ed era funesto tenerlo a bordo. Da allora, quotidianamente, ebbero inizio le sevizie. Chi si ribellava, stava male o delirava, rischiava di fare la stessa fine”.
Sono realtà culturali-religiose, che nell’epoca della globalizzazione non si possono ignorare, senza nulla togliere alla dignità dei singoli esseri umani, all’intelligenza e bontà e cordialità dei singoli africani. Non è in discussione una persona, ma una cultura, una tradizione religioso-culturale.
La Giornata missionaria mondiale, che si celebra domenica prossima 19 ottobre, ci richiama uno dei motivi per cui i missionari e le missionarie vanno in Africa ad annunziare Gesù Cristo, mentre gli africani hanno già la loro religione tradizionale. Il Messia è venuto a liberarci da tutte le paure e da ogni possibile “malocchio”. Anche noi, cristiani da duemila anni, possiamo ricadere in queste tristi condizioni di vita, se ridiventiamo pagani, come gli antichi romani, che, ignorando il Dio unico e vero, spesso interrogavano gli oroscopi e gli indovini e credevano negli “spiriti”.
Piero Gheddo