Il martedì mattino 30 agosto scorso mi telefona da un piccolo paese della provincia di Piacenza una signora che ha letto la notizia dei miei genitori Rosetta e Giovanni avviati alla beatificazione e vuole immagini e libro. La segretaria suor Franca Nava provvede subito a spedire il pacchetto con quanto richiesto.
Il mercoledì mattino 31 agosto, più o meno alla stessa ora (le 11), mi telefona quella signora per dirmi che ha già ricevuto le immagini, il libro e i bollettini. E’ contenta e mi ringrazia. Ecco la conversazione:
– Mi pare impossibile che la posta funzioni così bene.
– Ma io non ho mandato il pacchetto per posta.
– Sì, padre, c’erano anche i francobolli.
– Quelli li mettiamo sempre per pagare la nostra tassa allo stato, ma io le ho mandato il pacchetto in altro modo.
– Per posta elettronica?
– No, signora, la posta elettronica non trasporta i libri e le immagini.
– Ma allora, come mi ha mandato questo pacchetto?
– Con l’Angelo custode! Sa, noi missionari ci organizziamo e abbiamo i nostri mezzi veloci di comunicazione.
La cara signora, vedova e sola, mi telefona per la prima volta. Mi ha raccontato un po’ della sua vita. L’importante è che prega molto, certamente è una che crede nei miracoli. Ma rimane attonita e forse dubbiosa. Per toglierla dall’imbarazzo le chiedo:
– Mi scusi, ma come si chiama il suo Angelo Custode?
– Mah…, non lo so. Io dico: “Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidata dalla pietà celeste. Così sia”.
– Sì, brava, quella è una preghiera che recito anch’io, ma bisogna dare un nome, una identità al nostro Angelo custode, che si prende cura di noi fin dalla nascita e ci accompagna fino alla morte. Non le pare?
– Sì, ma il suo Angelo Custode come si chiama?
– Io lo chiamo “Big Peter”, in inglese, che vuol dire “il grande Pietro”, perché io mi chiamo Piero, ma sono ancora, anche a 82 anni, il ragazzino che tutti chiamavano “Pierino”. In tutta la mia vita ho cercato di familiarizzare col mio Grande Pietro, che mi tiene d’occhio, mi accompagna, mi protegge, mi consola e poi mi fa anche il servizio di portare il pacchetto a lei, cara signora. Stia allegra, perché anche lei ha un Angelo custode bello e buono e provvidenziale come il mio.
Insomma, cari amici che mi leggete, ci siamo fatti assieme una bella risata e lei alla fine mi ha detto: “Padre Piero, le ho telefonato perché ero un po’ giù di corda e volevo sentire la sua voce che sento a Radio Maria. Grazie di questa chiacchierata e Dio la benedica”. Riflessione finale. Tra persone di fede, anche se non si conoscono, ci vuol poco ad aiutarsi e a farsi coraggio.
Piero Gheddo
Ogni giorno sono alla ricerca di certezze e conferme, ho cercato stupidamente persino il nome del mio angelo su internet…
Dopo aver letto l’articolo su esposto mi sento una sciocca… Il nome al mio Angelo lo darò io…
Quanta serenità mi trasmesso, ke strano! Eppure il mio cuore è felice e la mia Anima serena <3.