Lo spirito missionario dà una marcia in più

Cari lettori del Blog, oggi vi racconto una bella esperienza che il Signore mi ha fatto fare pochi giorni fa. Come tutti i terzi lunedì del mese, lunedì scorso (16 marzo) ho parlato a Radio Maria (ore 21 – 22,30), sul mio viaggio in Bangladesh nel gennaio 2009, in visita ai missionari del Pime e alle Missionarie dell’Immacolata, per poter raccogliere materiale da usare per un volume che sto preparando sulla storia del Pime in Bengala dal 1855 ad oggi: nel Bengala indiano dove abbiamo fondato tre diocesi, Krishnagar, Jalpaigury e Dumka-Malda e nel Bengala che oggi è Bangladesh, dove dal lavoro del Pime sono nate altre tre dicesi, Dinajpur, Jessore-Khulna, Rajshahi.

Una trasmissione del tutto normale, anche se, parlando di un popolo e di una Chiesa appena visitati, mi sono scaldato e in certi momenti anche commosso. Questa mattina mi ha telefonato un signore di Pescara per ringraziarmi della trasmissione di ieri sera e dirmi che mi segue in quel che dico e scrivo, perché, ha aggiunto: “Le sue trasmissioni sono sempre positive e danno serenità, testimoniano che la vita è bella, se vissuta nell’amore di Dio e del prossimo”. L’ho ringraziato, ma non ha voluto darmi il suo nome e indirizzo. Non importa, ho ringraziato il Signore se quel che dico o scrivo produce, col suo aiuto, qualche frutto positivo.

Poi ho fatto una piccola riflessione. Guarda la potenza dei mezzi moderni di comunicazione, strumento formidabile per comunicare il Vangelo. Quando spiegavo il Vangelo della domenica tutti i sabati sera alla TV di Rai-Uno negli anni 1994-1996 (dalle 19.30 alle 19,40) ricordo che ricevevo in media più di venti lettere al giorno (oltre a telefonate) e quando una volta al mese andavo (e purtroppo ancora vado) in auto da Milano a Roma o viceversa, fermandomi lungo l’autostrada per la benzina e al bar c’era sempre qualcuno che mi riconosceva: “Ma lei è quel missionario che al sabato sera…. “. Mi sembrava impossibile eppure era vero.

Anche parlando a Radio Maria tutti i terzi lunedì del mese (dalle 21 alle 22,30) ho la consolazione di vedere che quel che dico piace. Ne ringrazio il Signore e anche Radio Maria, strumento provvidenziale per diffondere il Vangelo e la fede in Cristo, non solo in Italia, ma nei 56 paesi in cui Radio Maria è nata con lo stesso spirito di quella italiana, che le ha aiutate anche economicamente a nascere.

E’ uno dei tanti segni che ho nella mia vita, che mi dimostrano questo: la fede e la passione missionaria di portare Cristo a tutti i popoli riscalda l’anima perchè relativizza le nostre difficoltà personali e nazionali, e ci pone di fronte ai gravi problemi dei popoli, che noi tutti siamo chiamati ad amare e dà senso alla vita e alla visione che abbiamo del mondo e della storia umana. In altre parole, la fede, che produce la passione missionaria, dà una marcia in più, ci fa vedere il mondo e l’umanità con gli occhi di Dio.

Mi sono chiesto: perché diversi ascoltatori e lettori mi dicono o mi scrivono questo? Il fatto fondamentale credo sia questo. Oltre alla fede ho ricevuto anche da Dio la vocazione missionaria, che mi ha aperto fin da giovane all’universalità del genere umano e del messaggio cristiano. Ho sempre pensato che Gesù è venuto sulla terra per salvare tutti gli uomini e tutti hanno diritto di ricevere questo messaggio di salvezza. Mi fa male, quando faccio viaggi in missione e vengo a contatto con tanti popoli, famiglie, persone che non conoscono ancora Gesù Cristo. Penso che noi abbiamo la responsabilità di testimoniare e portare anche a loro il Vangelo e mi sento piccolo, debole impotente. La passione missionaria nasce e si nutre di questi sentimenti profondi.

Così, quando torno in Italia, trasmetto questo messaggio: il mondo è grande e bello, i popoli sono diversi ma tutti uniti dall’amore paterno di Dio. Dobbiamo amare tutti come fratelli e sorelle Non chiudiamoci in noi stessi, nei piccoli problemi della  nostra famiglia e paese. Siamo membri della Chiesa cattolica che è universale e proprio in questo tempo della globalizzazione la fede ci dà una marcia in più per capire il mondo, la società, i popoli. Questo ci dà ottimismo e serenità nella vita, perchè relativizza tutti i nostri pur grandi problemi

Piero Gheddo

Un pensiero su “Lo spirito missionario dà una marcia in più

  1. Carissimo don Piero Gheddo,
    io e mia moglie seguiamo i tuoi scritti da parecchi anni. Alcuni ce li siamo “persi” perché non vengono più ripubblicati e sono esauriti.
    Quello che tu noti, ossia che i mezzi di comunicazione, permettono una visibilità maggiore del messaggio evangelico e missionario mi suggerisce una considerazione.
    Perché non si sfrutta maggiormente la televisione per diffondere la catechesi? le parrocchie sono sempre alla spasmodica ricerca, con mezzi limitati, del “buon” relatore che parli ai gruppi su vari temi. Come mai, ad esempio SAT2000, non diffonde sistematicamente una proposta catechistica? dove si spera che il comune credente trovi chi gli spiega, ad esempio, l’ultima enciclica o la vita e l’attività di S.Paolo? Capisco che il “contatto umano” è una gran cosa ma un bravo relatore che sa esporre e ha esperienze da comunicare anche se tramite il video è secondo me molto meglio di uno mediocre anche se in carne ed ossa. Per una parrocchia possedere televisiori e videoregistratori dovrebbe essere più semplice che cercare relatori. Se una parrocchia o una associazione non hanno i mezzi (e la popolazione) per chiamare relatori validi questa non potrebbe essere una soluzione accettabile? Non è un invito alla pigrizia ma una suupplenza in caso di necessità.
    Grazie e buon lavoro.

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