Una cara amica mi scrive:
Ho una domanda per il tuo Blog. In TV ci sono tantissimi programmi che “regalano” milioni di euro per un nonnulla. A “occhio alla spesa” in onda dalle 11 alle 12 di tutti i giorni su Rai 1, se telefonando si riesce a prendere la linea e si indovina dove si trova il peperone, oppure la carota, oppure altra verdura o simili in contenitori numerati (si deve indovinare il numero) si vincono 250 euro di spesa.
A “Affari tuoi” (non ricordo il canale) si possono vincere 500.000 euro se si eliminano altri pacchi con importi minori.
A “Caramba che fortuna” se uno acquista i biglietti della lotteria e poi riesce a giocare con Raffaella Carrà, vince anche lui un sacco di soldi.
Ora mi chiedo, ma il gioco d’azzardo (perché mi pare sia proprio questo) non è una cosa illegale? I poveri cristi tentano la fortuna pensando di vincere almeno 1000 euro solo con una telefonata. Non è fomentare illusioni inutili e far passare l’idea che si possono risolvere i nostri problemi finanziari con un colpo di fortuna e non per l’impegno nel lavoro quotidiano? Cosa ne pensi di questo modo di fare TV?
Maria Riccarda Carrer
Grazie della segnalazione. Vedo pochissimo la televisione (non ho tempo) e mai programmi di questo tipo. Cosa ne penso? Tutto il male possibile e sono d’accordo con quanto tu scrivi. E’ uno dei tanti segni di quanto sono decaduti la società e il costume italiano: l’ingordigia di denaro, soprattutto del denaro facile e abbondante. E’ vero, molte famiglie e persone, nella crisi economica globalizzata che stiamo vivendo, “non riescono più ad arrivare alla fine del mese”, come si dice e sappiamo tutti che questo è vero. Però quei giochi d’azzardo resi popolari erano già in voga ben prima della crisi economica. E’ un costume fondato su un disvalore, come tu scrivi. Divetare ricchi è facile, se si ha “fortuna”.
Ma quel che più deve preoccupare è il fatto che i giovani oggi crescono in un ambiente sociale, e a volte anche familiare, per nulla educativo alle virtù umane ed evangeliche più indispensabili per vivere bene: l’impegno nel proprio dovere e lavoro, la capacità di amare e sacrificarsi per gli altri, il senso del risparmio e dell’accontentarsi di quello che si ha, il falso ideale di poter vivere senza lavorare o tentando la “fortuna”. A volte noi adulti ci lamentiamo dei giovani, ma sono i frutti di quell’ambiente che noi adulti, tutti assieme, abbiamo preparato! Ecco perché, come ci propone la Quaresima, dobbiamo sempre e tutti convertirci a Cristo e al modello evangelico di vita che Lui ci propone, lasciandoci liberi di fare le nostre scelte. Denunziare e condannare le mode sbagliate è giusto, ma non mettiamoci anche noi fra quelli che le seguono! Ciao a te, cara Riccarda, ed a tutti gli amici della diocesi di Tortona.
Piero Gheddo