Un caro amico mi scrive da Lodi, riferendosi al Blog del 19 marzo scorso “Lo spirito missionario dà una marcia in più”.
Carissimo padre Piero, io e mia moglie seguiamo i tuoi scritti da parecchi anni. Alcuni ce li siamo “persi” perché non vengono più ripubblicati e sono esauriti. Tu noti che i mezzi di comunicazione permettono una visibilità maggiore del messaggio evangelico e missionario. Questo è vero e mi suggerisce una considerazione. Perché non si sfrutta maggiormente la televisione per diffondere la catechesi? Le parrocchie sono sempre alla spasmodica ricerca, con mezzi limitati, del “buon” relatore che parli ai gruppi su vari temi. Come mai, ad esempio SAT2000, non diffonde sistematicamente una proposta catechistica? Dove si spera che il comune credente trovi chi gli spiega, ad esempio, l’ultima enciclica o la vita e l’attività di S.Paolo? Capisco che il “contatto umano” è una gran cosa, ma un bravo relatore che sa esporre e ha esperienze da comunicare anche se tramite il video è secondo me molto meglio di uno mediocre anche se in carne ed ossa. Per una parrocchia possedere televisori e videoregistratori dovrebbe essere più semplice che cercare relatori. Se una parrocchia o una associazione non hanno i mezzi (e la popolazione) per chiamare relatori validi questa non potrebbe essere una soluzione accettabile? Non è un invito alla pigrizia ma una supplenza in caso di necessità. Grazie e buon lavoro. Paolo Melacarne.
Pienamente d’accordo con la proposta di Carlo, sia per quanto riguarda SAT2000, sia per le parrocchie di dovrebbero attrezzarsi con strumenti audiovisivi di diffusione del Vangelo. Però debbo dire che la Tv cattolica la vedo pochissimo (come tutte le altre del resto) e penso che raggiunga i cattolici “praticanti” e nemmeno tutti. Potrebbe essere un buon aiuto per la “catechesi”, ma nel Blog del 19 marzo esprimevo il mio stupore nel segnalare il grande impatto sul pubblico che ha Radio Maria, alla quale parlo tutti i terzi lunedì del mese (ore 21-22,30), che raggiunge un pubblico molto vasto, ben oltre quello abituale delle nostre parrocchie. E questo l’ho sperimentato sia quando parlavo tutti i giorni a Radio Due con un breve racconto di esperienza missionaria, che quando spiegavo il Vangelo alla TV di Rai Uno del sabato sera, sia adesso con Radio Maria: da queste trasmissioni ricevevo e ricevo non pochi echi di adesione da parte di chi in chiesa non ci va quasi mai. Questa la domanda a cui rispondere: perché Radio Maria sì e molti altri mass media ecclesiali no?
Ricordo sempre che agli inizi del mio giornalismo, a metà anni cinquanta, il cattolico Edilio Rusconi, fondatore di “Oggi” e poi di “Gente” e dell’omonima casa editrice, mi chiamò a collaborare a Gente, perchè voleva far conoscere il lavoro dei missionari. Alcuni miei confratelli mi dicevano: “Scrivi sul giornale cattolico, ma non su quel giornale laico e a volte non raccomandabile”. Dissi a Edilio il mio dubbio e mi rispose: “Ma con questo giornale raggiungi i lontani e non solo i “paolotti” (usò proprio questa espressione). Questo mi convinse a collaborare e non mi sono mai pentito perché ho continuato anche con altri giornali laici.
Piero Gheddo